Ora è ufficiale, Daniel Ricciardo è stato licenziato dalla Racing Bulls, che rimpiazzerà, già dal Gran Premio di Austin, il pilota australiano con il 22enne neozelandese Liam Lawson.
Bearman, Colapinto, Piastri, Antonelli e ora Lawson: tutti piloti nati nel nuovo millennio, figli di una Formula 1 sempre più virtuale, computerizzata, costellata da ingegneri che lavorano in remote garage sparsi per il mondo e mental coach pronti a coadiuvare i ragazzi nella sopportazione dello stress da paddock.
Se fino a qualche anno fa c’era ancora chi storceva il naso di fronte a una presunta incompatibilità tra simulatore e pista, oggi questi ragazzi, figli anche del digitale, sono stati capaci di fugare ogni restante dubbio.
La disarmante facilità con cui piloti come Colapinto e Bearman si sono adattati quest’anno alle relative vetture e dinamiche del paddock evidenzia un livello di preparazione altissimo, che già abbiamo osservato lo scorso anno con Piastri, che oggi, ad un anno di distanza, risulta addirittura ingaggiato per il Titolo Piloti.
Questi ragazzi terribili rappresentano una enorme risorsa per la Formula Uno del futuro, ma al contempo, come abbiamo visto con Ricciardo, un grossissimo problema per le generazioni precedenti, per intenderci sia quella composta dai grandi vecchi come Hamilton e Alonso, che quella dei più giovani Verstappen e Leclerc.
Pensare che Colapinto alla terza gara di Formula 1, in una pista come Singapore sia arrivato a qualche millesimo dal compagno Albon in qualifica, è spaventoso. Una nuova dimensione con cui fare i conti che ridimensiona i piloti titolari, come lo stesso Albon, che fino a qualche mese fa proprio grazie alle sue ottime prestazione era clamorosamente tornato in orbita mercato di Red Bull. E non solo, mette anche pressione su Carlos Sainz, che ha firmato il contratto con Williams per fare il re e ora avrà un bel po’ di pressione sulle spalle.
Ad oggi, il discorso relativo alle gerarchie è realmente critico. Un Norris ad esempio, ragazzo classe ’99, ma al sesto anno in Formula Uno, qualora non riuscisse a vincere il mondiale in rimonta su Verstappen rischierebbe addirittura di scivolare nella gerarchia interne alla McLaren del 2025. Piastri infatti in molte gare ha dimostrato una solidità e una lucidità non riscontrate in Norris.
Vedremo poi chi tra Hamilton e Antonelli farà meglio nel 2025, il colpo Ferrari contro l’azzardo Mercedes. Insomma tante situazioni da vivere e analizzare in una Formula 1 in cui ormai nulla appare scontato.
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