Qualcuno salvi la Formula 1

Una squadra di calcio che nella rosa può vantare nomi del calibro di Messi, Ronaldo, Mbappe ed altri campioni, viene costretta a scendere in campo in 7 contro 11 contro una squadra di prima categoria per mantenere lo spettacolo della partita. Intrattenimento? Molto. Si può ancora parlare di sport? Assolutamente no. È più o meno quello che Liberty Media vorrebbe che succedesse in Formula 1.

Foto: @AlpineF1Team

Il dominio Red Bull di queste prime gare del 2023 era totalmente inaspettato dagli americani. O almeno, non rientrava nei loro piani. I regolamenti stilati per il 2022 dovevano aiutare tutti a competere. Nelle menti illuminate dei proprietari del Circus c’era l’idea che tutti i team, dalla Ferrari alla Williams, si sarebbero potuti giocare la vittoria di ogni appuntamento. Con i sorpassi a farli da padroni. Si sa, quello a stelle e strisce è il paese dello sport-spettacolo, ma la direzione intrapresa è sempre più in favore di quest’ultimo. L’Europa, dal canto suo, ha una cultura diversa.

Quello di Liberty Media sta diventando un forzare la mano. Ma quando la corda viene troppo tirata rischia di spezzarsi. I rumors secondo i quali si vorrebbe un ulteriore cambio di regolamento in corsa per togliere o diminuire il vantaggio della Red Bull a favore dello spettacolo risultano quindi davvero fastidiosi. E suonano di presa in giro verso gli appassionati veri di questa disciplina. Perché, che si voglia o no, si tratta ancora di una disciplina sportiva.

La F1 ha sempre vissuto di ere, di domini alcune volte, di campionati equilibrati altre. Ma tutte sono state frutto del lavoro degli ingegneri e della capacità di guida dei piloti. Non di scelte prese in una tavola rotonda. Questo si chiama sport. Non spettacolo a tutti i costi. Anche perché lo spettacolo, agli occhi di chi lo sa vedere, sta anche nella dominante guida di Max Verstappen e nella genialità di un ingegnere come Adrian Newey. Oltre che nella battaglia, sempre presente, a centro gruppo e in zona podio.

Adesso ci si mette anche Stefano Domenicali, CEO di Liberty, che, in maniera troppo aziendalista, propone la cancellazione delle prove libere. Non interessano a nessuno. Questa la giustificazione. Come non bastasse già la copiosa limitazione ai test. Ma non ci sarà giustificazione poi ad un eventuale disamore della scorza dura degli appassionati. Di chi, ogni venerdì, non aspetta altro che vedere e analizzare i primi dati provenienti dalle prove libere. Nessuno le tocchi.

Il tentativo di Liberty Media di giocare con i regolamenti a proprio piacimento, senza una ratio ben precisa, deve assolutamente naufragare. Risulta assordante, poi, il silenzio della FIA, l’organo che si dovrebbe opporre a tutto ciò. Quello che avrebbe il compito di rappresentare i veri valori di questo sport. Qualcuno salvi la F1 da una deriva preoccupante e se non ci penserà la FIA, dovranno essere i tifosi a far sentire la propria voce.

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